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Invertebrato dalle avversità, dai dubbi e dalle incertezze,
Svampito sono caduto in una nebbia fitta immobilizzante,
mi assale, mi ricopre e mi allontana dai miei affetti.
Gli occhi sono stanchi e lo sguardo malato,
sono incapace perfino di guidarlo ad identificare il mio corpo per intero.
Non riesco a disporre i comandi.
In basso, nell’oscurità umida, intravedo una MIA mano, sciatta e sformata,
regge un piccolo braciere, almeno così mi pare.
Ne scorgo le fiammelle, flebili ma ancora reattive.
Resistono nonostante la cattiveria che c’è intorno.
Sono sopraffatto, debole ed inabile a rialzarmi, eppure,
è il MIO respiro a dare loro la forza di restare accese.
Affamato e disidratato, non sono vinto,
ciò che mi riporterà la vita ha altra forma.
Mi spremo come se non avessi altro pensiero:
Finché fiato avrò, lo dedicherò alle fiamme,
che possano ardere alte,
affinché TU le possa vedere e trovare ME.
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