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Sono contento al cento per cento di essere quello che sono,
prendere un auto consumata e viaggiare:
un volante al tatto, occhiali da sole alla vista,
musica di strada all'udito e piacere fumante al gusto.
Scorrere sulla strada con la mente e con il corpo.
Raggiungere mete sconfinate, ammirare posti e pensieri che non credevo potessero esistere.
Avanzare, fino alla più viziosa delle richieste,
una lirica classica del maleficio.
Se esistesse, potrebbe domandarla l'anziano uomo,
con la barbetta e la pelle rossa, sempre arzillo sul suo bastone forcone.
Chiederei qualcosa che non si possa avere!
Chiederei un sogno, chiederei un qualcosa in più.
Sennò perché rischiare?
Per la strada, raggi solari, timidi, i primi di una primavera appena sbocciata,
e già ho trovato cosa volere.
Le persone mi servono i segnali, ma è oltre loro che si trova il mio desiderio.
Vorrei fosse possibile comprare i sentimenti.
Pagherei un compenso a qualcuno per il suo atteggiamento!
Un comportamento vitale,
lungo una trama di gesti naturali, per il fine prescelto.
Suscitare un'emozione. Amore, fastidio, goduria, frustrazione, commozione,
invidia, orgasmo e, quindi raggiungere quella specifica sensazione,
di quello stato d'animo, autentica senza filtraggio.
Sollazzare la reazione legata alla volontà di partenza.
Non vorrei niente di più, la nostra anima vive di sentimenti, senza di essi non avremmo nè piacere né dolore né paura.
E come potremmo essere noi stessi senza questi?
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