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Un maestro di intuizione mi ha spronato a seguirlo in questa riflessione.
Il gioco, tale gioco d'azzardo, a quali avversioni conduce?
L'animo è riportato ad uno stato primordiale, nel prospetto delle relazioni umane.
Uno stato fautore di nuovi stimoli.
L'animo sereno e scanzonato vive un comportamento mai provato.
Esente dalle sezioni inquisitorie della morale.
Giusto, corretto, essenziale, legittimo, conveniente, vantaggioso,
opportuno, dovuto, disdicevole, avaro, improprio,
eccedente, esagerato, scorretto, sbagliato.
Non ci sono parole cariche di valori da conquistare e ripensamenti buonisti da affrontare.
Districato da quesiti condizionamenti è libero:
enfasi di cuore, ebbrezza di ragione, semplicemente flusso di energia sentimentale.
Esso scorre, come una cascata d'acqua sulle rocce dubbiose.
Vorace fino a disarcionare le barriere della pacatezza.
Un'esplosione di ormoni: voce grossa e muscoli pompati in avanti.
Il gioco ha colpito nel segno. Stanato l'epicentro, della sofferenza.
Saltano fuori le incomprensioni di una vita.
Accuse lanciate, verità omesse, ferite mai chiuse riaperte, ferite inflitte si aprono adesso.
Il rapporto è turbato.
Turbolenza che non ammette, due versi d'avanzamento, solo l'unico arido, che giunge alla separazione.
Per una partita? Per una partita si può tutto.
Non è il gioco ed il suo regolamento isolato.
E' il gioco ed il suo regolamento che si sostituiscono alla vita e le sue regole.
Il dubbio su un amico, è qualcosa di triste.
Annerisce la vista, intorpidisce la lingua e desensibilizza il cervello:
nel gioco tali dispiaceri emergono alla luce.
Proprio come un uragano, le parole del cuore,
tirate fuori dal loro guscio di dubbi e paure, hanno conseguenze immediate e distruttive.
Quella traccia che delinea l'amicizia, molto spesso si spezza.
Stabilendo un prima ed un dopo.
Il gioco è un errore, perché estremizza i rischi.
Ma non si è detto in apertura, che tale pratica è detta appunto gioco d'azzardo?
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